Abuso di Droghe e Alcol nell'Adolescenza

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Nell'ultimo decennio è crescente l'interesse sul problema dell'uso e abuso di sostanze negli adolescenti. Questo perché sono cambiati i pattern di utilizzo, perché c'è un maggiore riconoscimento del problema, per il maggior rischio di comorbilità con altri disturbi e per le compromissioni associate in numerosi abiti di funzionamento. I bambini e gli adolescenti presentano non solo problemi di droga ma spesso problemi multipli e complessi, precedenti o concomitanti, di salute mentale, sociali ed emotivi. Spesso questi possono essere presenti dall'età prescolare, si possono verificare in quei bambini con vulnerabilità evolutive e potrebbero essere fortemente intrecciati. Di conseguenza, qualunque trattamento di successo deve essere in grado di riconoscere e affrontare adeguatamente una potenziale vasta gamma di difficoltà e vulnerabilità.

L’età del ragazzo è importante nella pianificazione degli interventi, particolarmente in termini di problematiche evolutive, di pensiero astratto e di sviluppo della parola e del linguaggio. Gli autori si riferiscono ai ragazzi con meno di 18 anni come adolescenti; le segnalazioni cliniche vengono di solito effettuate tra i 12 e i 18 anni.

 

La motivazione a farsi coinvolgere in un trattamento potrebbe essere un pre-requisito importante dell’intervento. Per quegli adolescenti che conducono vite caotiche, che non hanno le cure fondamentali e che non sono coinvolti con i servizi, la priorità iniziale del trattamento è quella della protezione e della cura, e la Terapia Cognitivo Comportamentale è parte di un piano di cura e gestione. 

Inoltre, l'abuso delle sostanze viene considerata una forma disadattiva di affrontare i problemi della vita. Accrescere le competenze di coping (fronteggiare il problema) adattive riduce la necessità dell’uso di sostanze come strategia di coping disadattiva e costituisce la motivazione teorica dell’ intervento cognitivo comportamentale. 

L’intervento cognitivo comportamentale è indirizzato a situazioni ad alto rischio, che nel passato hanno portato all’uso di sostanze, al riconoscimento di quelle situazioni, e all’apprendimento di modi alternativi, più efficaci di affrontarle. Le strategie utilizzate sono comportamentali e cognitive. Da una parte l’insegnamento e l’applicazione di comportamenti adattivi manifesti e da l’altra, il lavoro sugli pensieri disadattivi, distorsioni cognitive e schemi maladattivi, sono componenti importanti del intervento cognitivo comportamentale.