Psicoterapia

La terapia cognitivo comportamentale è una terapia breve che agisce in un ampio raggio di problemi psicologici. Si tratta di una disciplina scientificamente fondata, la cui validità è confermata da numerosi studi per la diagnosi e la cura in tempi brevi ed oggi adottata nella pratica clinica dalla maggio parte degli psicoterapeuti.
Il focus della terapia è incentrato su come si pensa, agisce e comunica oggi piuttosto che sulle esperienze dell’infanzia. Numerosi studi hanno dimostrato che la terapia cognitivo comportamentale funziona con efficacia per la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, le fobie, i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità psicogena), le forme di stress post-traumatico, la dipendenza da alcol e droghe, le disfunzioni sessuali, i problemi di coppia e, combinata alla somministrazione appropriata di farmaci, i disturbi di personalità e la schizofrenia.
Inoltre, dal momento che il paziente apprende ad auto-aiutarsi, diviene abile nel mantenere i miglioramenti acquisiti durante la terapia anche dopo la fine di questa.
La psicoterapia cognitivo comportamentale ha assunto il ruolo di trattamento psicologico d'elezione per la stragrande maggioranza dei problemi emotivi e comportamentali. Essa si adatta al trattamento individuale, di coppia e in gruppo, e funziona a prescindere dal livello culturale, la condizione sociale e l’orientamento sessuale del paziente.

Quanto dura la terapia cognitivo comportamentale?

Alcune persone rimangono in terapia per un periodo molto breve, appena sei-otto sedute. In altri casi la terapia può durare alcuni mesi o anche più di un anno. Questo dipende dalla gravità del problema e dalla motivazione della persona. 

Come si svolge il processo terapeutico?

Le prime sedute vengono dedicate alla conoscenza dei problemi della persona e alla costruzione della relazione terapeutica. La fase di anamnesi (assessment comportamentale e cognitivo) viene condotta utilizzando, oltre al colloquio clinico, test psicodiagnostici ed è volta alla valutazione dello stato emotivo del cliente, alla ricostruzione delle esperienze salienti della sua vita e alla chiara definizione dei suoi problemi attuali e dei suoi obiettivi. Quando il caso e la diagnosi clinica saranno abbastanza chiari, il terapeuta propone al paziente un intervento terapeutico. Egli riassumerà le sue valutazioni, prospetterà al paziente le sue ipotesi e formulerà delle interpretazioni degli eventi. Delineerà un progetto terapeutico, con strategie e obiettivi concreti, utili e raggiungibili, connessi con i problemi esplicitati dal cliente e coerenti con le sue aspettative. Successivamente il terapeuta spiegherà i principi teorici e le finalità della terapia, ed illustrerà brevemente le tecniche che verranno utilizzate, nonché i tempi, il costo e le probabilità di successo della terapia, per quanto ciò sia possibile. Poi si passerà all’intervento terapeutico vero e proprio, in un clima di fiducia e di orientamento positivo al cambiamento. Verso la fine della terapia, quando il cliente si sentirà meglio, le sedute potranno essere diradate nel tempo fino alla conclusione. Potranno poi seguire delle sedute di richiamo (follow-up) a tre, sei e dodici mesi dalla conclusione della terapia.

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